Our places: Malborghetto

By Emilia Campagna - May 31, 2018
Per la prima volta Theresia sarà orchestra in residence a Malborghetto

Diciannove chilometri e ti ritrovi in Austria, ventidue e superi il confine con la Slovenia: Udine, capoluogo di provincia, dista invece più di 80 chilometri. Malborghetto è proprio quello che si dice un posto di frontiera, a un passo dai confini segnati dalle montagne – e dalle guerre. E’ un luogo affascinante in cui trascorrere una residenza di una settimana, il tempo che Theresia spenderà nella preparazione dei due concerti in programma per il Festival Risonanze. I nostri musicisti, provenienti da 15 paesi diversi, si troveranno a studiare assieme nel cuore dell’Europa, dove si parlano comunemente tre diverse lingue: l’italiano, l’austriaco e lo sloveno, più il dialetto friulano.

Malborghetto si trova nel cuore delle Alpi-Friulane, nell’estremo nord-est dell’Italia; assieme a Valbruna e alle altre frazioni raggiuge a stento i 1000 abitanti, ma due volte l’anno fa il pieno di turisti. D’inverno gli sciatori, d’estate gli escursionisti e gli scalatori che la usano come base. E come dargli torto? il colpo d’occhio delle montagne attorno a Malborghetto è davvero notevole.

Valbruna

Malborghetto esiste fin dall’Alto Medioevo: si chiamava però diversamente, Buonborghetto, ed apparteneva al Vescovo di Bamberga. Pare che le continue contese con Venezia le fecero cambiare nome… Rimase sotto l’impero Asburgico fino al 1919, quando fu annessa all’Italia. Il legame con il passato asburgico è però ancora molto vivo. Merito anche di una servitù concessa agli abitanti della zona dall’Imperatrice Maria Teresa (in vigore ancor oggi) che consente l’utilizzo gratuito dei preziosi boschi di abete rosso di risonanza.

La residenza di Theresia si svolgerà in quello che è considerato l’edificio di maggior pregio della zona, il Palazzo Veneziano, costruito nel XVI secolo e così chiamato per gli elementi architettonici di stampo italiano.

Oggi il palazzo è sede di un Museo Etnografico che ospita testimonianze sulla vita quotidiana tradizionale nella Val Canale, sulla storia del Palazzo stesso, ma ha anche sale dedicate alle attività estrattive, alla Foresta, alla geologia, alla paleontologia ed alla preistoria. Posto esattamente al centro del paese, il Palazzo Veneziano ospita anche numerose iniziative culturali. E per una settimana anche le prove di Theresia rientreranno nell’attività espositiva del Museo: il pubblico potrà assistere al lavoro dell’orchestra diretta da Claudio Astronio ogni giorno dall’1 al 7 giugno dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Il concerto di Theresia Youth Orchestra, in programma l’8 giugno, si terrà nella Chiesa della Visitazione di Maria Vergine e Sant’Antonio: a due passi dal Municipio, è una bella costruzione che ha subito nei secoli numerosi rimaneggiamenti. Accanto al portale del Duecento si conservano affreschi del XV secolo e un altare settecentesco; è stata in gran parte ricostruita nell’800 e il campanile è stato interamente rifatto dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Risonanze, il festival incantato tra concerti e liuteria

By Emilia Campagna - May 23, 2018
Alberto Busettini presenta il Festival Risonanze di Malborghetto

Un bosco incantato e un paese stretto tra alte montagne, crocevia di lingue e di culture: l’ambientazione dei prossimi concerti di Theresia Youth Orchestra è davvero da fiaba. La nostra orchestra sarà ospite del Festival Risonanze di Malborghetto, giunto quest’anno alla quarta edizione. Ne è direttore artistico l’Assessore alla Cultura di Malborghetto, il clavicembalista Alberto Busettini che ci spiega le tante implicazioni di un cartellone estremamente variegato: non solo concerti, ma un mosaico di iniziative che raccontano la musica, la liuteria, il rapporto diretto con la natura.

Alberto Busettini

“Il Festival è nato quattro anni fa con l’idea di valorizzare il bosco di abeti rossi della Val Saisera: si tratta di un grande bosco in cui crescono questi alberi pregiati, il cui legno viene usato per costruire strumenti musicali. Lo sfruttamento deli abeti della Val Saisera da parte degli artigiani liutai tuttavia è pouttosto recente: si deve a Gio Batta Morassi, luitaio originario di queste zone, se è cresciuta da parte degli specialisti del settore l’attenzione per i nostri boschi: Gio Batta Morassi, scomparso lo scorso anno, è stato a lungo Presidente dell’Associazione Liutaria Italiana a Cremona. Quest’edizione del Festival è anche l’occasione per omaggiarne la figura.”

Dalla natura al suono, e viceversa: il Festival riporta i musicisti, e non solo, nei boschi; è un cerchio che si chiude, tra concerti e iniziative anche molto diverse:

“Al Festival Risonanze facciamo incontrare i musicisti, gli artigiani che per primi selezionano il legno, i liutai che lo lavorano costruendo gli strumenti. Pe questo accanto ai concerti abbiamo mostre, laboratori, conferenze sull’arte della liuteria. E recentemente il Comune di Malborghetto ha realizzato una rete di sentieri tematici, per un totale di 12 chilometri nel bosco: ci si può alzare presto la mattina per fare pilates tra gli abeti, oppure, dopo il concerto del pomeriggio, dedicarsi al nordic walking.”

Il cartellone dei concerti come è costruito?

“Mentre lo scorso anno c’era un deciso filo rosso attorno alla musica barocca, in quest’edizione partiamo dal classicismo di Theresia per arrivare alla contemporaneità, in particolare con i due concerti che concludono la rassegna, quello del 16 giugno con il chitarrista Alberto Mesirca, un viaggio nel repertorio delle sei corde da Scarlatti a Leo Brouwer, e nel concerto del 17, in cui l’Orchestra d’Archi Arigoni eseguirà la Gattomachia di Orazio Sciortino, presentata in prima assoluta lo scorso anno alla Scala.”

Il fatto che la zona di Malborghetto sia terra dell’abete rosso di risonanza favorisce una diversa sensibilità nei confronti della musica?

“In realtà la connessione tra i boschi e la musica è qualcosa a cui la gente forse non pensava più di tanto: questo Festival ha permesso di sensibilizzare molto il pubblico, e anche di attrarre turisti in un momento dell’estate meno affollato. Lo scorso anno abbiamo registrato 2000 presenze durante il Festival, un dato incoraggiante.”

Nella zona di Malborghetto si parlano quattro lingue: italiano, austriaco, sloveno e friulano. Questa situazione di plurilinguismo come condiziona il lavoro di chi opera nella cultura?

“Il plurilinguismo ci condiziona nel senso che lavoriamo per tutelarlo e valorizzarlo: in particolare abbiamo in corso un progetto di scuola plurilingua, in modo che i bambini e i ragazzi imparino fin da piccoli le diverse lingue. Questo è un modo per tutelare una tradizione, ma anche una straordinaria opportunità e un investimento per questi giovani che crescono davvero nel cuore dell’Europa.”

Theresia Youth Orchestra è per la prima volta ospite di Risonanze: come è nata questa collaborazione?

“Io da clavicembalista conoscevo già l’orchestra, ma lo scorso anno in occasione della Giornata Europea della Musica Antica ho avuto modo di incontrare il Direttore Artistico Mario Martinoli: dal nostro incontro è nata la volontà di una collaborazione. Ci interessa Theresia da un punto di vista musicale, ma non solo. Malborghetto ha un forte legame con la propria storia: deve sapere che la popolazione di Malborghetto ha un diritto di servitù sullo sfruttamento dei boschi concesso da Maria Teresa d’Austria, un diritto che è stato poi riconosciuto dallo Stato Italiano e su cui quindi possiamo godere da quasi 300 anni. Per questo rinnoviamo il nostro legame con il nostro passato asburgico: recentemente l’amministrazione ha conferito la cittadinanza onoraria a Karl von Habsburg-Lothringen, Arciduca d’Austria, in occasione della ricorrenza dei 300 anni dalla nascita dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, al cui nome la vostra orchestra è dedicata.”

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“Il teatro più bello del mondo”. Our places: Teatro Bibiena a Mantova

By Emilia Campagna - May 30, 2017
Theresia suonerà in quello che Leopold Mozart definì "il teatro più bello del mondo": Teatro Bibiena a Mantova

Quando ci suonò il giovane Wolfgang Amadeus Mozart, il 16 gennaio 1770, si doveva sentire ancora profumo di legno nuovo, e di intonaci freschi: il Teatro Scientifico dell’Accademia di Mantova (da tutti conosciuto come Teatro Bibiena, dal nome dell’architetto che lo progettò) era stato completato solo poche settimane prima, e inaugurato il 3 dicembre 1769 con la cantata Virgilio e Manto di Luigi Gatti. Mozart, in viaggio con il padre da Verona a Bologna, vi suonò un lungo programma, conservato dall’Accademia Virgiliana, eseguendo proprie sonate al clavicembalo ed arie, ma soprattutto improvvisazioni su temi che gli vennero sottoposti al momento. Fu un successo per Mozart, non ancora quattordicenne, e anche per il nuovissimo teatro, che da allora è uno dei simboli della città.

Il Teatro è all’interno di un edificio cinquecentesco entro il quale nel 1562 Cesare I Gonzaga aveva fondato l’Accademia degli Invaghiti (poi chiamata Accademia dei Timini), una società musicale nata con lo scopo di diffondere l’amore per la musica come mezzo di diletto e stimolazione delle conoscenze. Nel 1564 era stata favorita da importanti privilegi concessi dal papa e nel 1607 aveva patrocinato la scrittura e la messa in scena dell’opera L’Orfeo di Claudio Monteverdi. L’edificio includeva un piccolo teatro coperto, probabilmente a gradoni, in linea con lo stile dell’epoca. Nel 1767, circa sessant’anni dopo l’inizio della dominazione austriaca, fu proprio l’Accademia dei Timidi a commissionare un nuovo teatro. Fu incaricato Antonio Bibiena, figlio del noto scenografo barocco Ferdinando. Scenografo ed architetto egli stesso, il Bibiena demolì il teatrino cinquecentesco e progettò una scena fissa, alle cui spalle edificò due corridoi sovrapposti a formare un loggiato a due piani. La platea ebbe un disegno a campana, che produce la sensazione di un ambiente circolare. Tutto l’ambiente è finemente decorato: con quattro ordini di palchi, divisi da colonne, quattro nicchie con statue dei mantovani illustri (Gabriele Bertazzolo, Baldassarre Castiglione, Pietro Pomponazzi, Virgilio) ed un generale assetto decorativo che produce una sensazione di movimento.

Nel frattempo il palazzo divenne sede dell’Accademia nazionale virgiliana, fondata nel 1768 da Maria Teresa d’Asburgo imperatrice d’Austria e destinata a “Reale Accademia di Scienze e Belle Lettere”. l’istituzione era strutturata alla stregua di una scuola universitaria, articolata in differenti discipline e classi, e traeva origine dal secolare filone di sodalizi culturali risalenti alla signoria Gonzaga (come nel caso della Accademia dei Timidi). E’ tuttora attiva ed è la più antica e prestigiosa istituzione culturale esistente in Mantova.

Inizialmente pensato per ospitare riunioni ed esperimenti scientifici pubblici, il Teatro si dimostrò perfetto per la musica, tanto che appunto anche i Mozart, di passaggio da Verona a Bologna, vi si fermarono, con gran soddisfazione di Leopold, che così scriveva alla moglie: “Il 10 siamo partiti da Verona a mezzodì e siamo giunti la sera a Mantova; questo credo di avertelo già scritto. Vorrei che tu avessi visto il luogo dove si è tenuta l`accademia: per la precisione il cosiddetto Theatrino della Accademia Philarmonica. In vita mia non ne ho mai visto uno più bello, di questo genere; e poiché spero tu conserverai con cura tutte le lettere, a suo tempo te lo descriverò. Non è un teatro, bensì una sala con dei palchi, costruita come un teatro d`opera; dove dovrebbe esserci la scena vi è il piano rialzato per la musica, dietro il quale c`è ancora una galleria per gli ascoltatori costruita a palchi. Non ho parole bastanti a descriverti la moltitudine di persone, – le acclamazioni, gli applausi, gli schiamazzi e i Bravo su Bravo, – insomma, l`entusiasmo e l`ammirazione generale mostrati dagli ascoltatori.”

Il concerto di Mozart ebbe tale successo che una nobildonna mantovana, Margherita Sartoretti, volle omaggiare il ragazzo con una poesia. Come racconta Leopold nella stessa lettera “il giorno dopo venne il servitore che ci portò, dentro un bel vaso, un mazzo di fiori di rara bellezza avvolto in nastri rossi, e in mezzo ai nastri vi era una moneta da 4 ducati e sopra la poesia di cui ti invio copia.”

Theresia Youth Orchestra suonerà al Teatro Bibiena sabato 3 giugno alle ore 16 nell’ambito del Festival Trame Sonore: l’orchestra sarà diretta da Claudio Astronio ed eseguirà la Sinfonia K 202 di Mozart e la Sinfonia in re maggiore VB 143 di Kraus.

In the name of Maria Theresia

By Emilia Campagna - June 21, 2016
If our name somehow made you think of the Empress of Austria, you are absolutely right. The name of the project and of the orchestra is a homage to the great Maria Theresia.

It often happens that someone asks us about our name: why Theresia project? And why Theresia Youth Orchestra? Well, if our name somehow made you think of the Empress of Austria, you are absolutely right: the name of the project and of the orchestra is a homage to the great Maria Theresia.

Her complete name was Maria Theresa Walburga Amalia Christina, and she was born in 1717. When she was 23, in 1740, her father Charles IV died, and she became Archduchess of Austria and Queen of Hungary and Croatia. Indeed, she was never designated by the title of empress, since a woman could not be elected Holy Roman Empress: her husband Francis of Lorrain was the emperor and after he died, in 1765, their son Joseph became emperor. But Maria Theresia was the ruler and in fact, she was the one who had the effective power.

We are not monarchists, of course, nor nostalgic of the dynasty of Habsburg: we decided to dedicate our patronage project to Maria Theresia because she was the first to introduce some progressive reforms, laying the groundwork for subsequent enlightened reforms made by his son, Joseph II. Among the most important reforms are those that concern the public education: Maria Theresia reformed education in 1775. In a new school system based on the Prussian one, all children of both genders from the ages of six to twelve had to attend school. Education reform was met with hostility from many villages; Maria Theresa crushed the dissent by ordering the arrest of all those opposed. The empress also permitted non-Catholics to attend university and allowed the introduction of secular subjects (such as law), which influenced the decline of theology as the main foundation of university education.

The years of her rule are the ones in which most of the TYBO’s repertoire was composed: from 1740 to 1780 composers like Luigi Boccherini, Carl Philip Emanuel Bach, Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart and Martin Kraus were all active. And thanks to its enlightened monarch, Vienna was the musical centre of the Western world, and these very four decades were extraordinarily rich and fruitful.