Gaetano Nasillo: “Così la musica antica mi ha illuminato”

By Emilia Campagna - April 23, 2018
Intervista a Gaetano Nasillo, violoncellista che assieme a Chiara Banchini condurrà lo stage cameristico degli archi di Theresia dal 23 al 28 aprile a Cressia, in Francia.

Intervista a Gaetano Nasillo, violoncellista che assieme a Chiara Banchini condurrà lo stage cameristico degli archi di Theresia dal 23 al 28 aprile a Cressia, in Francia.

Inizia oggi lo stage cameristico che vede coinvolti gli archi di Theresia: in quartetto e quintetto, affronteranno pagine di Haydn, Boccherini e Cambini guidati da Chiara Banchini e da Gaetano Nasillo, violloncellista che per la prima volta collabora con Theresia.

Maestro Nasillo, molti musicisti che si dedicano alla prassi esecutiva su strumenti storici hanno iniziato sullo strumento moderno per scoprire poi l’antica: è stato così anche per lei?

“Sì, il mio percorso è stato simile a quello di altri musicisti, ho studiato in Conservatorio secondo il percorso di studi tradizionale sul violoncello moderno ma poco prima del diploma mi capitò di sentire in concerto Anner Bylsma: era il 1986, e fu un’illuminazione, un’esperienza fulminante per me come per altri. Decisi che subito dopo il diploma avrei studiato lo strumento antico e così fu.”

Quali sono stati i suoi modelli e i suoi punti di riferimento in quei primi anni da violoncellista barocco?

“Ovviamente Bylsma ha continuato ad essere un modello per me: ora si è ritirato e non suona più e purtroppo le nuove generazioni lo conoscono poco, ma allora era il punto di riferimento per ogni violoncellista. Inizialmente io mi dedicai allo studio della viola da gamba alla Scuola Civica di Milano e il violoncello barocco di fatto lo studiavo da solo: poi ebbi l’immensa fortuna di incontrare Chiara Banchini e di iniziare a suonare con lei all’inizio degli anni ’90. Ecco, si può dire che il violoncello barocco l’ho studiato suonando assieme a Chiara Banchini.”

Il suo repertorio non è fatto di sola musica barocca:

“Suono repertorio romantico e anche musica contemporanea, che ho ripreso dopo averla suonata molto negli anni del Conservatorio: bisogna capire che in quegli anni il percorso di studi era molto inquadrato. Io studiavo nella classe di Filippini, ovvero l’eccellenza in Italia: questo significava ascoltare le stesse musiche, avere uno stesso modello, essere sottoposti ad un certo tipo di disciplina. La musica contemporanea e la musica antica rappresentavano delle vie di fuga, delle forme di ribellione, verso le quali mi sentivo attratto. Tanto che quando poi presi la strada della musica antica il mio maestro non fu certo contento; poi negli anni tra di noi c’è stato un riavvicinamento, così a livello generale come c’è stata un’accettazione della musica antica dentro le forme più istituzionali di insegnamento. Ora sono in Conservatorio a fare cose che trent’anni fa sarebbero state inimmaginabili!”

Cosa cambia nel suo modo di suonare quando si dedica ad autori romantici o contemporanei?

“Ho uno strumento moderno, anche se in ogni caso con corde di budello rivestite: il mio sogno comunque è di poter suonare anche Brahms così come veniva effettivamente eseguito e ascoltato quando fu composto, un’operazione secondo me anche meno complessa di quello che è stato per la musica del Sei e Settecento perchè quella dell’Ottocento è anche molto più vicina a noi.”

Lei ha un’intensa attività didattica: è docente al Conservatorio di Novara ed anche ai corsi di Urbino e di Daroca in Spagna. L’insegnamento è una parte importante del suo essere musicista?

“Sì lo è: a un certo punto della carriera c’è la voglia e l’esigenza di trasmettere la propria esperienza”

In generale che consigli darebbe a un giovane che voglia fare il concertista?


“Non è facile fare consigli, se non molto in generale: è importante credere molto in quello che si fa, in se stessi; e dedicare moltissimo tempo allo studio. Poi la carriera è anche questione di fortuna: vincere un concorso, oppure trovarsi nel momento giusto al posto giusto. Gli incontri sono determinanti, per me è stato fondamentale quello con Chiara Banchini. E al giorno d’oggi ci vuole anche un po’ di autoimprenditorialità.”

Parliamo di Theresia, con cui lei per la prima volta collabora: cosa pensa del progetto artistico di un’orchestra votata al repertorio classico su strumenti originali?

“E’ un bellissimo progetto, finalmente un’iniziativa che permette di allargare i nostri orizzonti: per anni abbiamo portato avanti una battaglia per avere dignità di ricerca sul repertorio del Sei e Settecento, un’orchestra come Theresia permette di spostare il fuoco sul pieno Classicismo e come dicevo il mio sogno è quello di andare ancora oltre, all’Ottocento.”

Lo stage nel quale sarà tutor assieme a Chiara Banchini non è orchestrale ma cameristico: quanto è importante approfondire il repertorio da camera per essere dei bravi musicisti in orchestra?

“Importantissimo, naturalmente. Comunque potremmo anche rovesciare la domanda e chiederci quanto è importante per dei musicisti da camera suonare in orchestra. In ogni caso, il bello del mondo della prassi esecutiva è la mancanza di confini troppo netti; difficilmente chi suona musica antica si può definire un “orchestrale” e basta. C’è invece una vera e propria ideologia, un approccio che portiamo nella musica da camera così come nell’orchestra e che mantiene vivo l’entusiasmo e la curiosità.”

Theresia, a dip in chamber music

By theresia - April 17, 2018
A glance to the program of our next chamber music Academy

A glance at the program of our next chamber music Academy

Our first residency is going to start in a few days: it will be a string Academy devoted to chamber music and will be held in Cressia (France), with the violinist Chiara Banchini and the cellist Gaetano Nasillo as tutors.

Portrait of Beethoven as a young man

Let’s give a look to the music program. We will start with Beethoven’s String Trio op. 9 n. 3, the last of a set of three string trio composed by Beethoven in 1797-1798. It is written in C minor, and it brings the most energy and novelty with highly passionate tone.

This trio invokes those later works’ power and peculiar character so typical of Beethoven. Dynamic effects, sharp contrasts in rhythm, harmonic confrontations among other means of music provide momentum and the tone of anxiety. By contrast, the Adagio brings peace and resignation in C major, with a more lively episode in E flat major in the middle of the movement. Both the Scherzo and the Finale continue the passionate and energetic storm of the first movement.C minor is one of Beethoven’s most important keys. Three of his piano sonatas and the fifth symphony were written in C minor, for instance. Then we have Luigi Boccherini‘s String Quintet in D major op. 39 n. 3 G 339, in which he deployed the distinctive combination of two violins, viola, cello, and double bass; this quintet is the third of a set of three. Boccherini was an incredibly prolific composer, and he wrote also over one hundred string quintets for two violins, viola and two cellos (a type which he pioneered, in contrast with the then common scoring for two violins, two violas and one cello). In op. 39 n. 3 the cello has often a prominent and challenging role; and very particular indeed is the twangy guitar effects in the finale.

 

Boccherini’s Quintet op. 39 n. 3 performed by Ensemble 415. Violins: Chiara Banchini and Enrico Gatti; Viola: Emilio Moreno; Violoncello: Käthi Gohl; Contrabass: Cléna Stein

Last but not least, even if not so well known, is the String Quintet in G major n. 23 by Giuseppe Maria Cambini: anyone who thought Boccherini was the first purveyor of string quintets with two cellos, would be wrong. Giuseppe Maria Cambini (1729–?83) was 14 years Boccherini’s senior and wrote 114 of them, a number that may actually exceed that of his younger compatriot. Both men were born in Italy, Boccherini in Lucca, Cambini in Livorno. But other than the commonality of their birth country, their careers took them in very different directions.

Boccherini, as we know, headed to Madrid, where he was employed by the Infante Luis Antonio, younger brother of King Charles III.  Cambini located in Paris around 1770, but wisely did not seek royal patronage in a monarchical succession that would soon enough disappear. Instead, Cambini managed to make it on his own, concentrating mainly on the writing of more than 600 purely instrumental works. Although it must be said that Cambini played little part in the radical musical developments of the Classical period, his music is richly textured, mellifluous, agreeably harmonized, and lengthily worked out.

Theresia’s strings will perform the musical program Saturday evening in Dole (France). Download here the program!

A new year for Theresia, across the Alps

By Emilia Campagna - April 4, 2018
Four residencies, thirty-four musicians, six venues and more than two thousand kilometres. Let’s give a look at the numbers and the contents of the new year’s calendar! Our juvenile orchestra, which is sustained by the Foundation iCons, resumes its activities with a renewed organic and with a series of events devoted both to orchestral and […]

Four residencies, thirty-four musicians, six venues and more than two thousand kilometres. Let’s give a look at the numbers and the contents of the new year’s calendar!

Our juvenile orchestra, which is sustained by the Foundation iCons, resumes its activities with a renewed organic and with a series of events devoted both to orchestral and chamber music works.

The new year for Theresia will start with a residency in Cressia, France, from April 23rd to April 28th: Chiara Banchini and  Gaetano Nasillo will lead fourteen string players to explore chamber music works by Joseph Haydn (String Quartet in D major op. 76 n. 5), Luigi Boccherini (String Quintet in D major op. 39 n. 3 G 339) and Giuseppe Maria Cambini (String Quintet in G major n. 23).  It is not the first time that TYO’s musicians are involved in chamber programs: as a matter of fact, playing chamber music is essential to achieve the ability to perform well in an orchestra. The residency will end with a concert, scheduled on 28th Aprile in Dole.

The second project will be entirely orchestral: Claudio Astronio will be the conductor and the residency will be held in Malborghetto from the 1st to the 10th of April. In this second project of 2018, we’ll go back to Joseph Martin Kraus, one of the composers we love the most: the program will include Kraus’ Symphony in c minor VB 142 and Chaconne from “Aeneas i Cartago” VB 23 together with Mozart’s Ouverture from “Le Nozze di Figaro” KV 492 and Symphony n. 35 in D major “Haffner” KV 504. Theresia will perform on the 8th June in Malborghetto and the 9th June in Udine, as a guest of the “Risonanze” Festival.

After the summer the third event will be dedicated again to chamber music, and specifically to wind instruments repertoire: oboist Alfredo Bernardini will lead our musicians exploring works by Wolfgang Amadeus Mozart, Joseph Haydn, Franz Krommer. The residency will take place in Lodi from 13th to 16th September and will end with a concert on 16th September in Lodi.

The last residency of the year will be in Austria, from 1st until 7th of October in the beautiful town of Ossiach. Chiara Banchini will conduct the orchestra performing Symphony n. 26 in c minor G 519 by Luigi Boccherini, Symphony in C major “violino obbligato” VB 138 by Kraus and Symphony n. 59 in A major “Feuer” by Joseph Haydn.

As you can see our schedule is quite rich: stay tuned for more tales about our music and about the places we go and get ready for various interviews with our musicians and conductors!